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2012 Trac! Ada Donati

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TRAC!

 Trac! Si squarcia il sipario e un mondo immaginario s’agita sul palco –
a passi sbiechi danza tra ombre vortici di voile tableaux vivants
oh le maschere più vere dei volti che ricoprono
oh re di latta, corona di stagnola ma il lampo del pugnale
ferisce lo sguardo e ferirà un re vero -
danza di spettri intrappolati tra fibre verde giada
così accade se dorme la ragione…
oh triste processione vagante in flutti eterei – indaco e violetto
 e infine il culmine, il  vertice mortale
pugnale su se stesso – volti pagina
e trovi uno stiletto.
Schiva la morte, volta ancora pagina
là dove trovi un canto, un do di petto
ma chi sono questi – trinità perversa, volti di minaccia
dolente girotondo di chi non ha speranza
perché ogni cosa torna su se stessa.
Alte note salgono taglienti come lame
canta la Regina della Notte avvolta
in  veli azzurro e argento – canta il tormento
e la vendetta nello spazio  planetario
che culmina lassù nel candelabro a gocce di cristallo
ma poi la scena cambia ed è l’Oriente
con archi gotico-moreschi giallo  e color pesca
e tutto il gioco cambia ed è danza di mani che mimano
illusioni trasformismo raffiche di vento
riflessi e proiezioni, il mondo in una lente
dispiega tutti i raggi dello spettro 
dall’indaco al violetto e  si condensa nei gioielli
a cascata sopra il petto. TRAC! Entrano altri attori
e sono  buio, assenza chiusa in un cappello nero
la falda scesa sopra gli occhi nell’attesa
Buio e assenza, fuori tutti
gli attori si congedano da un pubblico che manca
all’inganno del colore
la scena accoglie il bianco e il nero
notturna proiezione
sistole e diastole del sogno
braccia tese in alto per chi ha visto
un mondo senza tempo tinta o forma
il mondo dell’eterno braccia in alto
nel gesto d’ogni gesto 
estasi preghiera agli      angeli d’un mondo
sopra questo – in bianco e nero